L’AVVOCATO RISPONDE – L’importanza del pre affido nelle adozioni

Il pre affido, ovvero la visita conoscitiva che viene effettuata, solitamente da un volontario, presso la casa dei futuri adottanti di un animale ( qualunque esso sia), sarà il nostro compagno di viaggio per questa settimana. Molti staranno già, storcendo il naso e pensando che la visita pre affido sia un’intrusione nella propria sfera privata. Niente di più sbagliato. Quando compiuto da persone competenti e serie il pre affido è il primo passo verso un’adozione felice, consapevole ed assistita. E’ un modo per l’affidante per conoscere meglio la famiglia presso cui un meraviglioso amico per la vita trascorrerà la sua esistenza e per avere un’idea concreta di quale sarà il luogo ove vivrà. E’ un mezzo per comprendere se chi ha manifestato intenzione di adottare sia realmente idoneo e realmente intenzionato, laddove per idoneo ed intenzionato si intende consapevole ad affrontare tutto ciò che adottare una creatura per tutta la vita comporta, ovvero: responsabilità, costi, rinunce, sacrifici. Che sono nulla a confronto dell’amore che il nuovo arrivato dispenserà senza limiti e condizioni, ma che è bene siano messi in chiaro da subito onde evitare “spedizioni al mittente”, tanto sgradevoli quanto, purtroppo, frequenti. Ma facciamo un passo indietro per capire come si arriva al pre affido e ci si scusa sin d’ora se parte di quanto seguirà potrà essere per molti, ma non per tutti, una puntualizzazione dell’ovvio.

Quando si decide di adottare un animale si prendono contatti con l’associazione e/o il privato che ha in carico il piccolo prescelto e si riceve ( o almeno si dovrebbe ricevere) un questionario pre affido, che ha carattere conoscitivo sommario e contiene una serie di domande afferenti alle abitudini di vita dell’ aspirante adottante, alla composizione del suo nucleo familiare, all’esperienza già avuta con animali, alle previste modalità di detenzione del nuovo arrivo. Una sorta di screening del candidato e del suo nucleo familiare che ha la finalità di comprendere a grandi linee chi e come sia la persona che ha manifestato il desiderio di arricchire la sua esistenza accogliendo con sé un meraviglioso compagno per la vita. Il questionario pre affido, quindi, costituisce una sorta di “biglietto di presentazione” dell’aspirante adottante, all’esito dell’esame del quale viene disposto, se la persona è ritenuta potenzialmente idonea, la visita pre affido. Al fine di prevenire sterili polemiche si precisa come il “ ritenere una persona idonea o meno ad adottare” non significhi come la stessa venga insindacabilmente e genericamente giudicata buona o cattiva, capace o non capace, ma significa che se alla risposta “Dove vivrà il cane e/o il gatto” la risposta fosse “A catena in giardino” (come a volte accade ) o se alla domanda “Sei disposto e/o hai le possibilità di pagare le cure veterinarie qualora occorressero” la risposta fosse “No” (e accade anche questo) per evidenti ed ovvie ragioni, il soggetto in questione non verrebbe ritenuto idoneo ad adottare un animale. Così come sarà causa di inidoneità l’indicare il mancato accordo di tutti i componenti del nucleo familiare convivente in ordine all’adozione (e capita anche questo).

Adottare è un impegno per la vita e comporta l’obbligo dell’adottante di occuparsi a 360° della creatura che ha deciso di accoglie nella propria vita. Una creatura vivente e senziente che ha ed avrà sempre necessità, bisogni, desideri. Come tutti noi. E qualora non si fosse pronti, o non si fosse nelle condizioni di assumersi un impegno di tale calibro per la vita, come il classico finchè morte non ci separi, siamo noi i primi a chiedervi di astenervi dall’adottare. Chiarito quanto sopra torniamo al nostro iter dell’adozione.

Qualora il questionario pre affido abbia fornito un’immagine idonea del richiedente l’associazione e/o il privato prenderanno contatti per concordare la visita pre affido, in genere effettuata da un volontario del luogo di residenza del futuro adottante. La vista verrà, quindi, concordata ed è auspicabile che, qualora possibile, abbia luogo in presenza di tutti i membri della famiglia, altri animali inclusi, affinchè la valutazione, intesa come ut supra specificato, possa essere la più completa ed adeguata possibile. Ovviamente nell’interesse e per la tutela del nuovo arrivo. Si dice, e chi scrive concorda, che i consigli più apprezzabili siano quelli dettati dall’esperienza, poiché tratti su argomentazioni concrete e vissute, e non già su meri de relata refero che, notoriamente, lasciano il tempo che trovano.

La settimana scorsa una volontaria del Sud ha richiesto alla scrivente di effettuare un pre affido per un cucciolo di un anno, affetto da erlichia e leishmaniosi. Un’adozione che, quindi, più di altre necessitava di attenzione. Presi i contatti con i candidati veniva concordata la data della visita, in un giorno ed in un orario in cui erano presenti tutti i componenti della famiglia aspirante adottante: moglie, marito e due bimbe di due e dieci anni. La visita ed il colloquio si sono svolti nella massima tranquillità e convivialità: è stato fatto un giro dell’appartamento per verificare che lo stesso e le due terrazze di pertinenza ( trattandosi di un attico) non presentassero alcun rischio per il piccolo e fossero “in sicurezza”. E’ stata fatta un’approfondita discussione su molteplici punti tra cui le abitudini di vita della famiglia, le modalità di detenzione del cucciolo, la necessità di prestare le dovute terapie al piccolo per l’ehrlichia e la leishmaniosi e la loro diponibilità ( anche economica) in tal senso. Sono state altresì oggetto di discussione la tipologia di alimentazione ( comunque da concordarsi con il veterinario) e l’assoluta necessità di procedere, qualora necessario, al cambio della pappa in maniera graduale, mischiando per i primi sette giorni la pappa nuova con quella a cui era avvezzo il piccolo, per giungere passo dopo passo alla scomparsa del vecchio cibo e dare modi al piccolo di abituarsi al nuovo senza problemi.

Sono stati mostrati dagli adottanti la cuccia (un bel cuscinone morbido e grande) ed i giochi acquistati per il nuovo fratellino peloso, tra i quali, con estrema soddisfazione della scrivente, non v’erano i cosiddetti squeeky toys, ovvero quei giochi di gomma che schiacciati emettono un suono acuto che altro non fanno se non aumentare la vivacità del cane ed il suo naturale istinto predatorio. Alla famiglia è stato altresì chiarito come la scrivente potesse, in caso di bisogno, dubbi e/o necessità, essere presa quale punto di riferimento. Un colloquio della durata di 45 minuti circa, estremamente positivo, anche sotto un profilo empatico, che ha condotto ad un via libera all’adozione. Il piccino è ormai a casa da 5 giorni, si è ambientato ed integrato perfettamente nel nuovo contesto, dorme ininterrottamente tutta la notte vicino alle sue sorelline umane, da cui è diventato inseparabile, così come anche dai suoi nuovi mamma e papà umani, e sta seguendo con costanza le terapie sotto il controllo del veterinario. La famiglia ha dato altresì l’incondizionato assenso a controlli post affido nel tempo. Ulteriore dimostrazione di serietà ed affidabilità.

Pre affido, quindi, come step fondamentale ed imprescindibile dell’adozione, nell’osservanza e rispetto della tutela del nostro piccolo, grande pupillo ed parimenti strumento utilissimo per le famiglie adottanti, che avranno nel volontario un solido e costante punto di riferimento in caso di bisogno. Consigliato anche richiedere la disponibilità a controlli post affido nel tempo, al fine di verificare l’iter evolutivo dell’adozione. Ed anche qui nell’osservanza e tutela del piccolo adottato e, volendo, ad ulteriore verifica della serietà di chi adotta. Come si dice…meglio prevenire che curare. Specialmente poi quando, in molti casi tristemente noti ai volontari animalisti, curare è difficile, se non impossibile.

Giada Bernardi, avvocatessa

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