Pasqua, la strage degli innocenti

Come ogni anno, l’arrivo delle festività pasquali coincide con la mattanza di agnelli destinati alle cucine, secondo un’usanza a dire il vero sempre più contestata da una fetta crescente di “consumatori” in tutta Italia.

Le battaglie di associazioni animaliste e di singoli cittadini contro quella che agli occhi di molti appare un’inaccettabile strage di vite innocenti, frutto di una discussa interpretazione di tradizioni culturali e religiose sopravvissute a secoli di storia, trovano oggi nella rete un prezioso alleato, grazie al forte impatto di foto e video che documentano in maniera diretta l’uccisione dei piccoli animali strappati con violenza alle madri in vista della macellazione.

Ogni anno in Italia sono oltre due milioni gli agnelli e i capretti che vengono uccisi per finire sulle tavole degli italiani in occasione delle festività pasquali, sacrificati per questa ricorrenza religiosa che, mentre celebra la resurrezione, condanna a morte tanti animali per un consumo non necessario.

In prima linea nella denuncia del “sacrificio” degli agnelli per Pasqua, da sempre, ci sono organizzazioni come l’Enpa e la Lav, sostenute attivamente da una folta pattuglia di volti noti del mondo dello spettacolo per l’ennesima campagna di sensibilizzazione ad effetto, incentrata sulla difesa degli esseri viventi più deboli.

L’appello della LAV, legato alla campagna nazionale “Salva un agnello”, mira a far riflettere i “consumatori incalliti” o anche occasionali di carne sul costo, in termini di sofferenza di esseri senzienti in tenera età, del tradizionale pranzo pasquale tramandato nel tempo di generazione in generazione ma facilmente superabile con un più moderno menù “cruelty-free”. Anche Animal Amnesty ha organizzato per il secondo anno consecutivo una campagna affissioni che ha coinvolto 11 grandi città italiane.

Per tutto il periodo festivo a Torino, Milano, Varese, Lecco, Brescia, Bologna, Grosseto, Roma, Napoli, Brindisi e Catania saranno visibili i manifesti che ritraggono un cane e un agnello con la scritta “Uno lo ami, l’altro lo mangi”. L’immagine vuole invitare il passante a riflettere non solo sulla strage di agnelli, ma anche sul fatto che tutti gli animali, non solo quelli d’affezione, hanno gli stessi diritti.

Torna anche la campagna di sensibilizzazione dell’Enpa per dire no alla strage degli innocenti. Saranno distribuiti gratuitamente in tutte le maggiori città italiane nuovissimi menù vegani e vegetariani per festeggiare la Pasqua in modo alternativo. Sarà inoltre a disposizione molto materiale informativo relativo ai benefici delle diete prive di carne.

Più di 3 milioni di animali, tra ovini e caprini, vengono macellati ogni anno per finire sulle nostre tavole con un’impennata proprio durante le festività pasquali e natalizie, quando si macellano il triplo degli animali rispetto ad altri periodi. Gran parte degli agnelli e dei capretti in questi giorni arrivano dai Paesi dell’Est Europa, ammassati su camion viaggiando per lunghissime tratte fino a giungere ai macelli di destinazione dove, immobilizzati e appesi per una zampa, sentono le grida di terrore dei loro simili e percepiscono l’odore del sangue prima di finire sgozzati.

E ogni anno la scena si rinnova. Il triste primato delle macellazioni di ovini e caprini spetta alla Sardegna e al Lazio seguite, ma in percentuali minori, da Puglia, Campania e Toscana. ”Le cifre degli agnelli e dei capretti uccisi ogni anno sono spaventose – dichiara Cristiana Graziani Medico Veterinario Animalisti Italiani Onlus – un autentico massacro.

Invitiamo i cittadini a fare un gesto concreto rinunciando alla carne tradizionalmente portata in tavola a Pasqua. Rinunciare alla sofferenza degli agnellini e capretti è un gesto di pace. Pasqua d’amore e resurrezione si dice, solo che noi la festeggiamo scannando, scuoiando e decapitando capretti e agnellini che ad un mese di vita sono stati strappati alla madre per finire sui nostri piatti .

Questa crudele e per nulla cristiana realtà dovrebbe indurci a smettere di festeggiare la “Santa Pasqua dell’abbuffata, della carneficina, dell’ingordigia, della crudeltà.”

Anche a Rieti abbiamo detto no a questo massacro grazie all’iniziativa di un gruppo di animalisti vegani reatini che, autotassandosi hanno tappezzato la nostra città con maxi manifesti colorati e pieni di vita, per lanciare un messaggio di pace. Messaggio in cui ci riproponiamo di essere sorridenti e positivi, non convinceremo nessuno a rinunciare all’agnello con l’aggressività. Saremo perciò quello che siamo: un esempio di gioia di vivere nell’essere vegetariani o vegani.

Anche Papa Francesco, nel suo Angelus domenicale, ha invitato i fedeli e noi tutti, soprattutto i potenti della terra, a non seminare morte e distruzione, discorso traducibile come appello al rispetto del pianeta e delle sue creature. “Non uccidere” non è un monito per i cristiani, ma un dovere etico e morale che riguarda tutti noi e abbraccia il rispetto della vita in tutte le sue forme.

Raffaella Cuomo, volontaria

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