Il veleno degli uomini

Lo sai Valeria, sono sempre stato uno spirito libero. Mi hanno abbandonato da piccolo nei vicoli di Palermo e ho dovuto imparare subito a fare i conti con la solitudine, la paura delle notti buie, i morsi della fame, la sete e il caldo terribile nelle giornate torride d’estate.

Ho dovuto imparare a difendermi dagli altri cani, che in branco si sentivano forti e spesso mi aggredivano, lasciandomi dei segni sul muso e sul corpo, che mi curavo da solo, leccandomi le ferite nascosto in un cortile deserto. Per cercare il cibo andavo sempre vicino allo stesso secchio dell’immondizia dove spesso c’era qualcosa sparso per terra, facile da azzannare. Andavo lì anche per un altro motivo. Per te, Valeria.

Eri una ragazza bruna che passava ogni giorno fissandomi con uno sguardo che mi trasmetteva quello che nessuno mi aveva mai dato, interesse e amore. Io scodinzolavo per farti avvicinare, ma tu proseguivi dritta per la tua strada. Forse ti faceva paura il mio muso pieno di cicatrici e il mio essere un cucciolone possente.
Un giorno, che non scorderò mai, la tua mano si e’ posata titubante sul mio testone. Tu mi ha guardato e mentre mi accarezzavi tutte le mie paure sparivano in un attimo. Ho sentito il tuo cuore vicino al mio e per la prima volta ho capito quanto dolce e rassicurante può essere sentirsi amati da qualcuno. Da allora la mia vita è cambiata.

La tua voce dolce che mi chiamava “Lucky (mi avevi dato questo nome, che mi piaceva tanto!) dove sei? Vieni?” Era un richiamo d’amore fortissimo. Se avevo fame sapevo che c’eri tu, Valeria, a riempirmi la ciotola ogni giorno, nelle gelide notti invernali così come nelle caldissime giornate estive e la tua casa e le tue coccole mi rendevano la vita bellissima. Se poi stavo male tu mi portavi subito dal veterinario e mi curavi con la dolcezza e determinazione di una mamma apprensiva.

Tanti miei amici randagi morivano per i pericoli e le difficoltà della vita di strada, ma io mi sentivo diverso, invincibile, perché avevo te, i tuoi occhi a vegliare su di me e le tue mani buone che mi accarezzavano con amore.

Sentivo il tuo cuore legato al mio, per sempre. Così come quella volta che nel mio girovagare libero per il quartiere mi sono infilato in un parcheggio e la cosa non è piaciuta al custode che mi ha preso a badilate in testa. Mi ha ferito in maniera grave, mi sentivo malissimo ma sono riuscito a trascinarmi fino a casa tua. Tu mi hai soccorso subito e portato dal veterinario che mi ha messo un sacco di punti e dato anche delle medicine per non far infettare la ferita.

Tu che eri il mio angelo mi hai tenuto protetto a casa tua e quando è stata l’ora di tornare per strada mi sono stretto alle tue gambe, per dirti a modo mio “ti prego non lasciarmi mai”. Ma tutto sommato non mi dispiaceva la mia vita libera e tu lo sapevi. Giravo tutto il giorno per il quartiere, dove tutti mi conoscevano, senza dare fastidio a nessuno, annusando ogni angolo che conoscevo a memoria in compagnia dei mie amici randagi. A ora di pranzo correvamo tutti al solito posto dove tu ci faceva trovare le ciotole sempre piene di cibo e una carezza per tutti.

Questa è stata la mia vita per undici lunghi anni. Cominciavo a sentire gli acciacchi dell’età ma ero felice e tranquillo perchè sapevo che per qualsiasi cosa non sarei stato solo, c’eri tu che non mi avresti mai lasciato.
E invece sono stato io a lasciarti Valeria.

Quel giorno era iniziato come tanti altri. Era ottobre , c’era un bellissimo sole tiepido e insieme ai miei amici randagi avevamo perlustrato il nostro quartiere, tranquilli e pacifici come sempre. E come sempre eravamo andati al nostro appuntamento quotidiano con il cibo, messo nella solita ciotola. Quel giorno la nostra pappa aveva un colore e un sapore diverso, ma l’abbiamo mangiata tutti con voracità. Dopo mi sono sdraiato al sole per godermi un riposino con la pancia piena, ma tutto è cominciato a girare, ho sentito dei dolori atroci prima allo stomaco e poi ovunque, mentre il mio corpo era scosso da spasmi e tremori.

Ho capito subito, da cane esperto di cose umane quale ero, che per me era la fine. Il veleno degli uomini questa volta aveva colpito anche me e i miei amici. Avevo visto tanti compagni di quartiere morire dopo atroci sofferenze a causa di “bocconi avvelenati” che certi uomini spargono ovunque, magari dentro polpette invitanti. Mi ero chiesto tante volte il perché di tanta cattiveria e di un gesto cosi vigliacco.
Noi randagi non davamo fastidio a nessuno, perché ucciderci cosi? Pensavano forse di risolvere il randagismo con questi metodi atroci?

Sicuramente era stata opera di persone con il veleno nel cuore. Anime aride che non conoscono l’amore e il rispetto che ogni essere vivente merita perché il nostro prossimo è in tutto ciò che vive. Mentre i dolori si facevano sempre più forti mi giravo con la testa per cercarti Valeria, angelo mio, ma tu non c’eri perché ignara di tutto eri tranquilla al lavoro. Ma io ho sentito la tua mano, dolcissima su di me e allora ho chiuso gli occhi per sempre, ma prima di volare sul ponte ho pensato al tuo modo speciale di guardarmi, imprimendolo nella mia mente per riconoscere il tuo sguardo tra mille altri, quando tu mi raggiungerai.

La mia vita ha avuto termine per mano di un uomo vigliacco, ma l’amore, quello no, quello resta dentro, nella pelle e nell’anima. Il tuo dolore straziante Valeria è giunto fino a me. Quando hai abbracciato il mio corpo, ormai freddo, lo hai scaldato con le tue lacrime calde che sono diventate venti che soffiano, luce del sole sul grano maturo, mare tranquillo dopo la burrasca e stelle bellissime che illuminano le mie notti nei prati dell’arcobaleno. Il tuo Lucky.

Lucky, cane del quartiere Cruillas di Palermo dolcissimo e coccolone, accudito per undici anni dalla volontaria Valeria è stato barbaramente avvelenato insieme agli altri cani del suo gruppo di randagi. Asia, compagna di vita di Lucky è scomparsa, probabilmente andando a morire lontano, mentre altri due cani e un gatto sono riusciti a salvarsi grazie all’intervento dei volontari.

Valeria è una volontaria che opera senza risparmiarsi nella difficile realtà siciliana per aiutare gli animali in difficoltà (ha 13 cani in casa e ne segue tantissimi per strada) senza l’aiuto di nessuno, ma è allo stremo.
In memoria di Lucky e per aiutarla ad aiutare tantissime creature che vivono per strada, mandiamole il nostro contributo, ognuno quello che può, anche 1 euro è fondamentale. Non può farcela senza di noi!

Raffaella Cuomo, volontaria

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