A 80 anni dalla morte di Hachiko, cane simbolo della fedeltà

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L’8 marzo sono stati 80 gli anni dalla scomparsa di Hachiko, cane simbolo della fedeltà.
Acquistato da un professore giapponese Hidesaburo Ueno, dell’Università Imperiale di Tokyo, Hachiko razza Akita ha avuto con il proprio padrone un rapporto di simbiosi a tal punto da passare gli ultimi 10 anni della sua vita ad aspettarlo alla stazione di Shibuya, senza mai più rivederlo.

Durante una lezione il professore Ueno, colpito da un malore, se ne andò e il suo fedele Amico a 4 zampe non si diede pace.
Hachiko aveva solo 5 anni, ma tutti i giorni alle 17:00 si recava alla stazione per aspettare il suo padrone, ci andava incurante della pioggia, del freddo, del caldo torrido, della neve, diventando nel tempo un cane amato da tutta la comunità.
Veniva abbracciato, salutato, gli veniva portato cibo e da bere, tutti sostenevano il suo amore incondizionato per quel padrone che non c’era più.

Dopo la morte di Ueno la loro simbiosi durò per altri 10 anni, fino a quando Hachiko, colpito da filariosi causata da un parassita a ciclo vitale indiretto, morì a 15 anni.
Venne per la triste notizia dichiarato il lutto cittadino.

Un cane che avvertì, la mattina della scomparsa del professore, che qualcosa non andava.
Quel voler giocare con lui a tutti i costi, quando invece di solito preferiva starsene nella cuccia, voleva dire qualcosa.
I cani razza Akita sono animali imperiali, con un animo e un portamento signorile.

Ogni anno per la ricorrenza della sua morte nella cittadina di Shibuya, di fronte la statua dedicata ad Hachiko posizionata davanti l’entrata della stazione, c’è una cerimonia in onore di questo fedele cane, nato nel 1923 a Odate e considerato di “buon auspicio” essendo il numero 8.

Oltre alla statua in Giappone, fusa negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale per contribuire al fabbisogno bellico Giapponese e ricostruita due anni dopo la fine del conflitto in copia, essendo andato perso il progetto originale, dal figlio del primo costruttore, c’è un’altra scultura/siepe a Montreal, Canada.

Per gli 80 anni dalla sua scomparsa l’Università di Tokyo ha voluto ricordare Hachiko con una terza statua, questa volta raffigurante anche il suo padrone Hidesaburo Ueno.

Una storia portata sugli schermi dal film “Hachiko” e che ha insegnato a molti cosa vuol dire essere fedeli.
Morire sotto la neve alla stazione di Shibuya riparato solamente da un vagone non è da tutti!

Se anche gli esseri umani avessero un amore e una fedeltà così spiccata uomini e donne non si lascerebbero più, non esisterebbero tradimenti, liti, divorzi, separazioni e quant’altro attanaglia la nostra società.

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