Ciao sono Sgambetto, oggi voglio raccontarvi una cosa speciale, perché il mio cuore batte ancora forte, e le mie zampette anche, finalmente! Oggi sono uscito in passeggiata, e vi giuro, mi sembrava di sognare. La sabbia era morbida, affondava sotto i polpastrelli e faceva il solletico. Annusavo tutto, l’aria, il vento, le storie lasciate dagli altri cani… e per un attimo mi sono sentito solo un cane felice. Uno di quelli che cammina senza pensieri. Non succedeva da tanto. In canile mi si è rotto il femore, sono stato operato, sono stato bravo, paziente, silenzioso. Ho aspettato. Come so fare io, ho aspettato che il dolore passasse, che la zampa tornasse a fidarsi di me. E oggi, mentre camminavo, le ho sussurrato: “Visto? Ce l’abbiamo fatta”. Però, quando la passeggiata è finita, io l’ho sentita tornare, quella vocina dentro. Quella che dice: e adesso rientri. Perché io vivo in canile da quattro anni. Quattro!

Non so nemmeno più che colpa dovrei avere. Mi chiamano Sgambetto perché mi hanno trovato nell’area sgambamento di Vasto, buffo, vero? Prima ero stato visto a chilometri di distanza, come se avessi camminato tanto cercando qualcosa. Forse cercavo già voi. Sono un cane buono, vaccinato e castrato, vado d’accordo con maschi e femmine, sono di taglia media e in passeggiata mi comporto da vero signore. La città non mi spaventa, le persone nemmeno. Quello che mi spaventa è continuare ad aspettare. Io sogno poco, sapete?

Sogno una cuccia che non cambi posto. Una mano che mi chiami sempre. Passeggiate che non abbiano una fine triste. Se mentre leggete sentite un piccolo nodo alla gola forse sono io che vi sto scegliendo. Io sono pronto, davvero.

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