Proposta di legge per divieto import in Italia di prodotti di canguro, specie perseguitata da incendi e mattanze
“L’Italia è il principale Paese europeo importatore di pelli di canguro (oltre 2 milioni tra il 2012 e il 2016), utilizzate per la produzione di scarpe da calcio, tute motociclistiche, ma anche di abbigliamento e accessori di lusso, come già denunciato da LAV lo scorso ottobre con la pubblicazione di uno specifico Rapporto sulla strage “segreta” dei canguri in Australia.
LAV ha predisposto una Interrogazione a risposta scritta, fatta propria dalla Deputata di maggioranza On. Patrizia Prestipino, PD (n.4-04595), per chiedere al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio di “adottare con urgenza le necessarie iniziative per vietare l’importazione in Italia di pelle e carne di canguro”, anche sostenendo l’iter legislativo per l’approvazione della Proposta di Legge della LAV (atto Camera C.2297 On. Prestipino), finalizzata al medesimo divieto.
Se da una parte la forte tempesta abbattutasi nei giorni scorsi sulla costa orientale dell’Australia ha spento la maggior parte degli incendi nello Stato del Nuovo Galles del Sud (dove peraltro non era rimasto ancora molto da bruciare, con oltre il 50% delle foreste andate distrutte), gli incendi boschivi e la torrida estate australiana continuano ad affliggere i territori del Queensland e dell’Australia Occidentale. Stati dove, insieme al Nuovo Galles del Sud, Australia Meridionale e Stato di Victoria, la caccia commerciale ai canguri prosegue inesorabilmente.
Gli incendi boschivi sono cominciati lo scorso settembre ma, ad oggi, né Governo federale né singoli Stati hanno mai sospeso la caccia ai canguri. Di fronte alla indifferenza delle autorità australiane si rende necessario ed urgente un intervento del nostro Governo per salvare i canguri, a maggior ragione, considerato il ruolo dell’Italia in questa industria.
LA CACCIA “AL CANGURO”
È il più grande e cruento massacro di animali selvatici della Terra: ogni anno sono uccisi oltre 2 milioni di individui adulti, a cui si aggiungono decine di migliaia di cuccioli spesso ancora nel marsupio delle madri. Uccisioni particolarmente cruente anche a causa del fatto che la caccia avviene di notte, periodo in cui questi animali sono più attivi, e che di conseguenza rende ancora più difficile uccidere i canguri con un unico colpo di fucile al cervello, come prevede il Codice di Condotta (volontario e che non prevede sanzioni) redatto dalla “Industria del canguro” (la Kangaroo Industries Association Australia), che commercia in pelli e carni di canguro. In base a queste “buone pratiche”, il cucciolo di una madre uccisa deve a sua volta essere ucciso tramite un colpo alla testa sufficientemente forte da schiacciarne il cranio e distruggere il cervello – consentito anche scaraventare il cucciolo contro il cofano del pick-up con cui i cacciatori si spostano negli sconfinati spazi australiani – oppure tramite decapitazione o singolo colpo di fucile al cervello o al cuore. Il tutto nella piena autonomia del cacciatore e senza alcun controllo da parte di terzi.
Come se non bastasse la strage di canguri in atto da anni, a seguito degli incendi degli ultimi mesi, l’intero mondo scientifico ha già dato per certo, con parere unanime, che tutte le specie di animali selvatici in Australia hanno subito gravissimi danni e che probabilmente molte, se non già estinte in questi mesi, rischiano di estinguersi in un breve periodo.
È nell’interesse di tutti realizzare ogni azione utile al fine di tutelare il patrimonio inestimabile della fauna selvatica australiana, soprattutto quando le istituzioni locali sembrano non occuparsene in modo adeguato. Tra le azioni possibili, una in particolare riguarda l’Italia e richiede il nostro immediato intervento: la caccia “al canguro” è una pratica spietata e il nostro Paese non può continuare ad esserne complice, alimentandola con la sua domanda di importazioni.”
LAV