Per Luce

Luce, ti ha trovata un ragazzo, un volontario che stava andando, in un giorno torrido di questa lunga estate, a portare del cibo a povere anime abbandonate nelle campagne desolate della Sicilia. Giacevi sulla terra arsa e bollente, adagiata su un fianco, il respiro flebile ti innalzava a tratti il torace magro. Tutto intorno il nulla, chilometri di campagna dove è difficile trovare qualsiasi cosa possa essere utile per sfamarsi, bere, sopravvivere.

I tuoi occhi, bellissimi, splendenti come l’ambra, erano aperti, vitrei e fissi a guardare qualcosa che non ci è dato sapere. Sei stata subito soccorsa. Il volontario ti ha raccolta. Ha preso quel mucchietto d’ossa che un tempo erano una giovane e bella cagnolina. Questo eri diventata: un mucchietto di peli e d’ossa per l’incuria e il disamore di qualcuno. Il veterinario si e’ subito reso conto della gravità della situazione. Avevi una fortissima infezione, parassiti ovunque e le analisi del sangue erano disastrose. Ti hanno chiamata Luce, come quella che, nonostante tutto il dolore, avevi ancora negli occhi. Luce di speranza, luce di quell’amore che troppo a lungo ti era stato negato.
In tanti abbiamo sperato che potessi farcela. Attaccata alla flebo, con le cure e le carezze che in tutta la tua vita non avevi mai ricevuto, hai superato la prima notte. Con il tuo corpicino immobile, vinto dagli stenti e dalla malattia, ma con gli occhi sempre aperti fissi, tristissimi. Immobili ma aperti. Dopo il buio della notte arriva sempre la luce dell’alba, la luce di un giorno nuovo, della speranza. Ma per te quella speranza non è mai arrivata. Te ne sei andata senza un lamento, hai chiuso lentamente gli occhi su un mondo che era riuscito a darti solo dolore, nel silenzio di un’alba livida.
Non so cosa fissavi Luce, ma voglio credere che tu eri già oltre. Oltre questo mondo che non ha rispetto per gli animali, che li usa, li sfrutta, li uccide, li abbandona senza pietà come se non fossero esseri senzienti, come se non sentissero il dolore e l’amore nei loro piccoli cuori. Scrivo di te perchè voglio che resti una tua traccia , un ricordo di te, creatura invisibile tra centinaia di altri invisibili che passano su questa Terra come meteore nell’indifferenza di un’umanità che, secondo qualcuno, sarebbe dovuta diventare migliore dopo la pandemia e che invece continua a sfogare le sue frustrazioni sugli esseri più deboli, sugli indifesi.

Tu vola in alto adesso Luce, vola in quel mondo bellissimo che i tuoi occhi fissavano, dove anche il più piccolo essere vivente ha l’amore e il rispetto che merita e dove non saresti mai stata abbandonata da chi amavi, dove le mani degli uomini sanno solo fare dolci carezze. Vola piccola e diventa Luce, stella splendente, faro nella notte buia per indicare la strada perduta a tutte le creature abbandonate, pioggia per chi ha sete, sole per asciugare lacrime e dolore, arcobaleno di speranza per dare forza a noi che siamo rimasti.

Raffaella Cuomo, volontaria

Condividi sui tuoi social