L’abbandono degli animali

L’abbandono degli animali, specialmente nel periodo estivo, è una piaga prima culturale e poi sociale. Gli animali da affezione abbandonati denotano non solo una forma disgustosa di crudeltà, ma spesso sottendono a un comportamento deviato.

Sono forme di ignoranza del dolore psichico e fisico verso le razze diverse da quella umana. All’istintiva convinzione che gli animali dovrebbero essere rispettati perché gli esseri umani hanno come compito morale quello di non fare del male, si è sostituita successivamente nel tempo quella per cui gli animali dovrebbero essere rispettati perché essi stessi portatori di “diritti”, in quanto esseri viventi e senzienti.

Il rispetto per la vita è una delle grandi conquiste dell’uomo, è un segno di civiltà. Gli animali creano delle relazioni affettive verso gli uomini e un’interruzione brusca genera in loro una disperazione simile a quella umana. Quelli abbandonati, se non raccolti e riaffidati, nella totalità dei casi sono destinati ad una morte atroce, nel “migliore” dei casi un investimento veicolare, nel peggiore una dolorosissima fine per denutrizione.

Dal punto di vista della sicurezza l’investimento di un animale, anche di taglia media o piccola, può essere causa di gravissimi incidenti, perdita di controllo e tamponamenti. Il numero preciso è impossibile da definire, ma si stima che siano nell’ordine delle migliaia gli animali abbandonati ogni anno lungo i 6.661 km di autostrada. I numeri fanno capire che è impossibile un’azione di prevenzione e risulta difficile anche quella repressiva. Le norme in materia di abbandono degli animali in Italia sono chiare, ma poco applicate.

Le leggi sono severe: basti ricordare l’Art. 727 del Codice Penale – (Abbandono di animali) “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.” Nonostante ciò sono circa 100.000 gli animali che ogni anno vengono abbandonati in seguito alle vacanze estive. Perché, malgrado gli appelli delle associazioni, questo fenomeno incivile continua a verificarsi?

Troppo spesso si cede all’entusiasmo di un momento, oppure si decide di fare un dono speciale per il compleanno o una festività, ed ecco arrivare in casa un animale. Presto, però, ci si rende conto che oltre a dare tantissimo quel piccolo essere chiede attenzioni, cure, tempo. La diffusione della cultura del possesso responsabile è un elemento essenziale per la lotta al randagismo.

Quasi una famiglia italiana su due convive con un animale domestico e più di una su tre con un cane o un gatto. Il rapporto con gli animali domestici, tuttavia, in molti casi è basato sull’improvvisazione e sull’emotività; nel pensiero comune prevale la convinzione che tutti possano essere in grado di gestire un cane, indipendentemente dalle conoscenze rispetto a tale specie animale e alle sue caratteristiche etologiche.

Il positivo aumento della sensibilità nei confronti degli animali registrato in questi ultimi decenni è solo parzialmente andato di pari passo con la consapevolezza della necessità di acquisire informazioni e cognizioni sui diritti dell’animale e sui doveri in carico a colui che vive in compagnia di un animale domestico.

Allora può accadere che, con la stessa facilità con cui è stato accolto, il cane o il gatto venga messo alla porta e abbandonato. Gli animali non sono cose e vanno adottati solo dopo aver ben riflettuto sulle responsabilità di questa scelta. Anche se non si possono stabilire tutte le ragioni che inducono i padroni e i “genitori di animali” a compiere gesti così atroci, proviamo a individuarne qualcuna. In alcuni casi può senz’altro trattarsi di persone ammalate o molto anziane che in qualche modo sono costrette a rivolgersi a noi dell’ENPA (Ente Protezione Animali) o ad altre associazioni analoghe, per dare i loro cani o gatti in affidamento.

In questi casi è l’impotenza del padrone che induce ad abbandonare gli animali, confidando nella disponibilità della gente ad accoglierli, a patto che appaiano gradevoli e possibilmente ancora cuccioli.

Meno fortunati sono gli animali molto grandi e “poco gradevoli” che magari sono anziani e malati.
Avvilente e disumano, oltre che incivile, è il caso in cui l’abbandono non nasce da una necessità, ma solo dalla scomodità di prendersi cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate che annoverino il cane come parte della famiglia. Così ad un certo punto il padrone smette di essere amorevole per trasformarsi in un individuo meschino che improvvisamente fa scendere dall’auto il proprio cane, magari in un posto di campagna, scappando velocemente senza guardarsi indietro.

L’abbandono degli animali non induce un senso di colpa nei padroni non più amorevoli?
Secondo Roberto Pani, docente di Psicologia Clinica all’Università di Bologna non è il senso di colpa il punto centrale della questione.

“Penso che alcune di queste persone abbiano un’immagine di se stessi che riecheggia in loro un senso di indegnità. Evidentemente, qualche ragione antica ha creato in loro un senso di vuoto, di squallore, di inconsistenza ecc. Forse non sono stati visti e considerati adeguatamente, non hanno sentito lo spessore della propria identità, si sono sempre percepiti anonimi. Pertanto la colpa che deriva dall’abbandonare un animale domestico al quale sono affezionati è superata dal bisogno inconscio di negare gli affetti, i sentimenti e le emozioni, perché è questo che si sono raccontati per tanto tempo”.

Gli affetti, per queste persone, sono segno di debolezza e di dipendenza. Siccome gli animali domestici evocano fortemente affetti ed emozioni abbandonandoli, oltre che per le ragioni contingenti di scomodità nel tenerli, fanno trionfare in se stessi l’indifferenza e la superiorità nell’apparente dominio delle emozioni e degli stati affettivi.

Come abbiamo visto, per arginare il fenomeno da anni è stato introdotto un reato penale. Ovviamente se manca la prova diretta dell’abbandono è molto difficile perseguire il colpevole; si è pensato allora di introdurre il microchip che, insieme alla registrazione all’anagrafe canina, è obbligatorio per legge e permette di risalire al proprietario dell’animale. Anche l’introduzione del chip di riconoscimento ha solo parzialmente migliorato le cose visto che, anche nelle località dove è più usato, solo il 50% dei cani ne è provvisto.

COSA PUOI FARE TU?
Se assisti a un caso di abbandono fai sentire la tua voce e denuncia alle forze dell’ordine  (Carabinieri, Polizia, Corpo Forestale) i colpevoli. Qualora non siano noti, raccogli tutti gli elementi necessari ad individuare i responsabili dell’abbandono (numero di targa, etc..). Contribuirai a far applicare le sanzioni previste dalla legge e a fermare gli abbandoni.

COSA FARE SE SI VEDE UN ANIMALE IN AUTOSTRADA
Se percorrendo un’autostrada ci si imbatte in un animale vagante bisogna:

  • Per nessun motivo fermarsi in autostrada o cercare di inseguire l’animale
  • Chiamare il 112 e chiedere della Polizia Stradale che opera su quella autostrada
  • Indicare il numero dell’autostrada, la direzione e un riferimento preciso, ovvero l’uscita precedente e successiva. Se non le ricordate indicate il chilometrico che appare sempre nel guardrail al centro. Se passate sotto a un cavalcavia potete indicare il numero del cavalcavia stesso che è sempre indicato prima e dopo
  • Indicare il tipo di animale
  • Indicare lo stato (vagante o investito)

ABBANDONO DI ANIMALI NON IN AUTOSTRADA
Quando l’abbandono avviene in qualsiasi altro luogo è necessario contattare il Comando della Polizia Municipale del comune dove è avvenuto l’abbandono e segnalare il problema. Se non avete il numero chiamate il 113 e chiedete di farvi passare il Comando di Polizia Municipale (dovete indicare il Comune).

È opportuno rimanere, se possibile, nelle vicinanze dell’animale per evitare che possa mettersi in pericolo fino all’arrivo  della Polizia Municipale.

Oggi sono numerose le campagne di sensibilizzazione, molte le strutture turistiche aperte anche ai nostri animali da compagnia e molti sono gli enti che attraverso siti dedicati, aiutano nella ricerca della nostra vacanza ad hoc con cani e gatti al seguito. Noi dell’Enpa, ad esempio, quest’anno all’interno del progetto Vacanze Bestiali abbiamo una nuova applicazione, in collaborazione con Federalberghi e CPA Web Solutions.

Una guida di viaggio indispensabile, che verrà costantemente aggiornata e che potra’ essere usata in diversi modi:

  • scoprire e contattare le strutture turistiche che accolgono anche i quattro zampe;
  • consultare il manuale di viaggio con i consigli Enpa per viaggiare sicuri con cane e gatto al seguito;
  • reperire indicazioni circa i regolamenti e la legislazione che disciplinano i viaggi con animali;
  • se cerchi un hotel, un campeggio, una casa vacanza o se desideri cenare presso un ristorante che accetta anche animali.

L’applicazione ti offre la possibilità di trovare la struttura che vuoi attraverso una ricerca geografica. Nella descrizione degli hotel potrai trovare indicati i servizi dedicati non solo agli umani, ma anche quelli specifici per i quattrozampe. Una vera e propria guida a portata di mano per trascorrere momenti in compagnia del tuo amico con la coda.

Nonostante ciò il fenomeno dell’abbandono nel 2015 non è in calo. uesto lo testimoniano i numeri raccolti dall’Aidaa, associazione italiana difesa animali e ambiente, nel primo ponte di partenze dal 30 maggio al 2 giugno sono stati 361 i cani abbandonati per strada come pacchi da padroni senza cuore. Il maggior numero si è registrato in Puglia.

Dietro la Puglia, che detiene il triste record con 110 abbandoni, si posizionano la Sicilia con 54, la Sardegna (51), Campania (44) ed Emilia Romagna (38). Basse, fortunatamente, le segnalazioni di animali vaganti provenienti da Umbria e Marche. Solo nei primi tre mesi del 2015, sono stati abbandonati4.300 amici a quattro zampe da coloro di cui si fidavano ciecamente e con cui avevano condiviso intere giornate.
Meno di un terzo di essi è stato lasciato al canile, 700 in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

Proprio il canile sarà la destinazione finale dei cani segnalati nelle strade d’Italia, una volta che verranno catturati. Per tanti di loro, però, arriva prima la morte, stritolati dalle ruote delle automobili in corsa poco lontano da quel ciglio dove erano stati lasciati. Ci sono mille modi per evitare l’abbandono. In ogni città ci sono ragazzi che si offrono di custodire ed accudire gli animali domestici per brevi periodi durante l’estate.

Ed inoltre si potrebbe ricorrere al buon vecchio metodo di lasciare i propri animali a vicini o parenti che ci possono aiutare nell’accudire con amore il nostro amico. Gli animali domestici sono veri e propri membri della nostra famiglia, come si può pensare di abbandonarli, lasciandoli soli per strade sconosciute al buio, terrorizzati e affamati? Come guardare gli occhi di Laila, Pinko, Birillo, mentre festosi salgono in macchina convinti di fare una passeggiata?

Ho assistito ad un abbandono, ho visto la disperazione di quel cagnolino che ha corso fino allo sfinimento dietro alla macchina di chi credeva lo amasse, ho visto le lacrime di dolore nei suoi occhi asciutti, quelle di un figlio abbandonato, di un amore tradito, di una vita devastata.

Come puoi tu che lo hai abbandonato tornare nella tua casa vuota e non sentirti un vigliacco?
Come puoi guardarti allo specchio senza vedere gli occhi del tuo cagnolino, disperati, mentre ti correva dietro?

Aprendo quella portiera e facendo scendere il tuo cane quel giorno hai lasciato sulla strada qualcosa di te; la tua anima e la tua umanità perdute per sempre dentro i suoi occhi.

Raffaella Cuomo, volontaria

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