Il Lupo in provincia di Rieti, la storia e gli studi effettuati

Categories: Curiosità, Lazio

L’avvistamento di un Lupo è un evento raro ed emozionante anche per chi di questi animali ne ha studiato la presenza e la consistenza nella Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia.

Il territorio della Provincia di Rieti è sempre stato popolato dal Lupo, nonostante il predatore sia stato perseguitato dall’uomo sin dagli anni ’20 del secolo scorso.
Il minimo storico è stato raggiunto nel ventennio 1950-1970, dopo la seconda Guerra Mondiale; nonostante ciò il predatore è rimasto presente con pochi nuclei disgiunti nell’Appennino Centro-meridionale, tra cui proprio la nostra Provincia.
Una testimonianza importante di questa presenza è data dai famosi “lupari” (i più famosi sono quelli di Leonessa), uomini coraggiosi che nel secolo scorso fecero della caccia al lupo una vera e propria attività professionale.

Per quanto oggi questa attività sia vista senza dubbio come crudele e illegale, al tempo era fortemente rispettata dagli abitanti delle aree montane che vedevano nelle loro greggi predate un’importante perdita per l’economia familiare.
Nell’immagine seguente è possibile osservare Eufranio Chiaretti, famoso luparo di Leonessa, che trasporta un Lupo appena catturato sulla sua bicicletta.
Una volta ucciso l’animale veniva portato in paese dove il luparo poteva mostrare la sua preda agli abitanti e ricevere una somma di denaro dal comune.

(L’articolo prosegue dopo la foto)

eufranio_chiaretti_luparo

Fu proprio durante il Medioevo che il Lupo iniziò ad essere vittima di persecuzioni da parte dell’uomo e ben presto si guadagnò il titolo di “animale nocivo”.
Oggigiorno il lupo è una specie protetta da numerose normative nazionali ed internazionali perché riconosciuto importante per il ruolo ecologico che esso ricopre. Nonostante ciò il conflitto che l’uomo ha con questo animale continua.

L’incremento demografico del Lupo avviene con difficoltà e spesso, anche per ignoranza, si pensa che questo predatore possa attaccare le persone.

Io, che questa specie l’ho studiata ed osservata da vicino, posso ribadire che questo carnivoro nutre un profondo timore e rispetto nei nostri confronti.
Il Lupo è un animale sociale che vive in branchi che cacciano, allevano la prole e difendono il proprio territorio. Il branco si forma quando due individui di sesso opposto, il maschio Alfa e la femmina Alfa, si incontrano e si riproducono in un territorio assente da altri branchi.

In Italia i branchi sono composti da 2-7 individui e la loro costituzione è un adattamento finalizzato alla caccia.
La coppia Alfa è l’unica del branco che si accoppia. Ciò avviene verso la fine dell’inverno e dopo circa due mesi nascono i cuccioli, in numero variabile da 4 a 8.
Prima del parto la coppia dominante cerca una tana in cui avverrà il parto. I cuccioli resteranno nella tana per circa due mesi, dopo di che verranno trasferiti nei siti di rendez-vous, delle aree in cui i cuccioli non ancora in grado di spostarsi attivamente aspettano il ritorno quotidiano degli adulti.

Questo animale è un predatore opportunista che si adatta a differenti tipi di prede, soprattutto gli ungulati selvatici la cui presenza limita molto la presenza del Lupo. Utilizza anche delle alternative per sopravvivere, soprattutto in inverno e nei periodi di maggior difficoltà, ragion per cui non è raro che questo predatore non disdegni gli animali domestici. Questa è, probabilmente, la ragione per cui il Lupo continua ad essere vittima di bracconaggio da parte degli allevatori della Provincia e non solo.

Per ovviare a questo problema le Regioni hanno previsto dei rimborsi per gli allevatori sui capi predati. Questi rimborsi però spesso tardano anni ad arrivare e gli allevatori continuano a farsi giustizia da soli.

Il predatore trova nelle aree boscate della Provincia di Rieti un habitat ideale, soprattutto laddove la densità abitativa è molto bassa, come nella Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia.

Lo studio che ha riguardato il popolamento di Lupo in questa area protetta è stato oggetto della mia tesi in Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura in collaborazione con la Riserva da maggio 2012 a novembre 2013.
La presenza di questo predatore nell’area protetta era testimoniata solo da avvistamenti occasionali.
Il lavoro è stato quello di accertarne la presenza mediante l’individuazione di tracce ed altri elementi di presenza come gli escrementi (il Lupo essendo una specie territoriale marca il territorio proprio come i nostri amici cani).

In seguito sono entrata nel cuore della ricerca, mediante l’utilizzo di foto-videotrappole (strumenti posizionati sul territorio in grado di rilevare il passaggio del Lupo e di tutta la fauna) e della tecnica Wolf-Howling, che consente di verificare la presenza e di stimare il numero di Lupi presenti sul territorio mediante l’emanazione di un ululato contenuto in un file e il conseguente ascolto delle eventuali risposte, è stato possibile stimare il popolamento di Lupi frequentante l’area di 2 branchi, divisi rispettivamente in 9 e 2 individui.
Tale numero, chiamato numero minimo certo, è solo una stima degli esemplari che sono stati effettivamente individuati.

Si ritiene, perciò, che il territorio posso essere frequentato anche da altri individui. Un ulteriore risultato è rappresentato dall’individuazione di 2 siti di rendez-vous all’interno dell’area.
Nella Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia lo studio sul popolamento del Lupo continua, grazie anche alla collaborazione dell’Osservatorio per lo studio e la gestione delle risorse faunistiche dell’Università degli studi della Tuscia.

Articolo di: Elisa Morelli

Foto 1 – Elisa Morelli, Foto 2 – foto trappola, Foto 3 – Lupo in provincia di Rieti

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