Caccia, stop in zone terremotate. LAV scrive al Prefetto di Rieti: estendere divieto anche a comuni limitrofi

Categories: Attualità, Lazio

Il 3 ottobre il presidente Zingaretti ha vietato per decreto l’attività venatoria nei comuni di Amatrice ed Accumoli, duramente colpiti dal terremoto del 24 agosto. Decisione di buon senso, dettata dalle esigenze di agire in sicurezza in quelle zone già tanto drammaticamente provate dal sisma. Sicurezza per i cittadini, gli operatori e le strumentazioni utilizzate, che viene messa a rischio dalla presenza delle squadre di caccia al cinghiale, notoriamente molto invasive.

La reazione dei cacciatori, però, non si è fatta attendere. Evidentemente molto più preoccupati dalla forzata sospensione dell’attività venatoria, che dalle esigenze di chi lavora per ridurre al minimo le difficoltà dei cittadini colpiti dal terremoto, già nella giornata del 7 ottobre hanno inscenato una manifestazione e chiesto e ottenuto un incontro con il Prefetto di Rieti. Nel corso dell’incontro i cacciatori, richiamando il consueto pretesto dei danni prodotti all’agricoltura, hanno proposto di riprendere esclusivamente la caccia ai cinghiali. Una proposta che il Prefetto, Valter Crudo, ha acconsentito a discutere nel corso della prossima riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si terrà domani, 13 ottobre.

Di fronte alle pressioni esercitate dai cacciatori in totale spregio delle gravi sofferenze patite da tanti loro concittadini, la LAV ha preso carta e penna ed ha scritto al Prefetto di Rieti chiedendogli non solo di mantenere il divieto di caccia nei territori dei comuni di Amatrice e Accumoli ma anche di estenderlo ai comuni limitrofi.

“E’ chiaro a tutti, tranne ai cacciatori, che per garantire la necessaria serenità al lavoro dei tanti operatori che si prodigano ogni giorno per alleviare le sofferenze dei cittadini colpiti dal terremoto, la caccia al cinghiale non può e non deve essere autorizzata – commenta Massimo Vitturi responsabile LAV Area Animali Selvatici – abbiamo anche ricordato al Prefetto di Rieti i tanti gravi incidenti dovuti all’attività venatoria precisando che la caccia al cinghiale, che prevede l’uso delle squadre di braccata, come nell’ATC RI1, è uno dei metodi più invasivi, che crea fortissimo stress agli animali inseguiti dai cani ed indotti a difendere sé stessi e la prole”.

E’ necessario prevenire la possibile dispersione dei cinghiali braccati dalle zone dove la caccia è consentita verso le aree ricomprese nei comuni di Amatrice ed Accumoli, e tale obiettivo è possibile solamente aumentando la superficie di territorio sottoposta a divieto di caccia.

I cacciatori per quest’anno devono rassegnarsi, l’interesse primario della collettività non è affatto lasciare libero sfogo ai loro istinti, ma garantire quanto prima il rientro nelle loro zone d’origine a tutti quei cittadini che hanno patito le terribili conseguenze di quanto accaduto nella notte del 24 agosto scorso.

Lav

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