Bimbo, storia di un abbandono

Tra tanti, troppi casi di abbandono con cui dobbiamo fare i conti purtroppo ogni giorno, mi hai colpito tu, piccolo tenace e coraggioso cagnolino senza nome, che impavido sei rimasto immobile per giorni nel luogo dell’abbandono ad aspettare un improbabile ritorno. Mi hanno colpito i tuoi occhi tristi ma nei quali c’ è ancora speranza e fiducia nel genere umano, nonostante tutto!

Questa è la tua storia, alla quale manca un lieto fine: la tua adozione da parte della famiglia che meriti, dopo tanta sofferenza.

Un giorno come un altro il tuo caro proprietario, l’uomo che ami con tutto te stesso, ti ha fatto salire in macchina e si è ripetuto l’odioso e inumano copione. La portiera che si apre, lui scende insieme a te per poi risalire velocemente in macchina e andarsene. Hai provato a raggiungerlo, correndo fino a sfinirti, abbaiando fino a sentire dolore alla gola, urlando dietro alla macchina sempre più lontana “ehi, ti stai dimenticando di me! Aspettami non puoi lasciarmi qui da solo”

Ti ha scaricato sotto un ponte, in un posto pericoloso, dove le macchine corrono veloci e si fermano solo per buttare spazzatura. Già spazzatura, come se tu fossi spazzatura. Come se tu non avessi un cuore che batte come il suo, come se tu non provassi amore, paura, fame e freddo. Come se tu non lo amassi, mentre tu daresti la vita per lui.

Dopo aver corso inutilmente dietro alla sua macchina, sei tornato faticosamente e tristemente sui tuoi passi, fino a raggiungere di nuovo il luogo dell’abbandono. Qui, in questo quadratino di terra, sotto due ponti, c’è ancora il suo odore, c’è ancora la speranza nel tuo povero cuore, che lui possa tornare.

Ti sei accucciato su quella speranza, sull’odore che ancora sentivi, sul tuo pelo e hai pianto, come solo voi cani sapete fare, grandi lacrime di dolore nei tuoi occhi asciutti. Intanto si è fatta notte. La prima notte fuori da casa, senza lui, senza la tua cuccia morbida e la tua ciotola di pappa per cena. I morsi della fame sono tanto forti ma più forte è la paura del buio e di tutti quei rumori strani di macchine e di animali notturni.

“Papà, dove sei? Cosa ti ho fatto di male per essermi meritato questo? Eppure sono stato un cagnolino obbediente, non sporcavo e seguivo i vostri ordini diligentemente. Qualche volta abbaiavo un pò troppo, ma mi dicevi che ero bravo e che facevo la guardia alla casa”

Il tuo piccolo cuore sembra non farcela a sopportare tanto dolore, ma non vuole ancora arrendersi all’idea di non essere stato amato. Per fortuna, quasi all’alba, la stanchezza prende il sopravvento sulla fame e sul dolore e ti addormenti. Il risveglio e’ un incubo senza fine. Lo stomaco ti fa male dalla fame, ma non vorresti allontanarti da quel posto, non vorresti mai che lui tornasse e non ti trovasse lì, ad aspettarlo.

“Lo aspetterò per tutta la vita, sono sicuro che tornerà! Non poteva mentire quando mi accarezzava dolcemente, quando i nostri occhi si incontravano scambiandoci amore, quando ci addormentavamo insieme sul divano”.

I morsi della fame ti costringono a spostarti per cercare in un mucchio d’immondizia qualcosa da mangiare. Una macchina che corre velocissima per poco non ti investe. In fondo non ti sarebbe importato poi così tanto morire adesso, la morte sarebbe stata solo una liberazione.

“Cosa vale la mia vita ora? Chi si prenderà più cura di me? Come farò a sopravvivere senza di lui, senza il suo amore che mi riempiva la vita e il cuore?”

Frugando nella spazzatura riesci a trovare degli avanzi di cibo, andati a male, che divori in un attimo. Anche la sete è tantissima e non c‘è’ niente da bere. Per fortuna o purtroppo comincia a piovere.

Tu non ti muovi dal tuo quadratino, come un eroico soldato a guardia della sua postazione in una guerra ingiusta e impàri nella quale tu e i tuoi simili siete solamente vittime innocenti della disumanità. Il temporale è fortissimo, i tuoni e i lampi squarciano l’aria e tu resti fermo, fradicio e terrorizzato, ma fermo lì, ad aspettare, ad aspettarlo. Lecchi lentamente una pozzanghera sudicia vicino ai tuoi piedi per dissetarti un po’. Sta per arrivare un’altra notte.

Non sappiamo quanti giorni dopo l’abbandono, ma Salvatore un volontario, a seguito di una segnalazione si reca a controllare sotto quei ponti e ti trova.

Tu che devi essere per noi un esempio per la tua grandissima lealtà e fedeltà , sei lì fermo, magrissimo e dolorante ma immobile come una statua. La statua della sofferenza che ogni giorno, ogni ora, umani senza cuore perpetrano nei confronti di queste meravigliose creature, oltraggiando i loro corpi e i loro immensi cuori, liquidando le loro nefandezze con la semplicistica cantilena “ma tanto è solo un cane”.

Un cane soffre e ama più di te, che sei riuscito ad andartene lasciandolo solo in mezzo ad una strada pericolosa, senza provare un briciolo di pietà per quella creatura, profondamente attaccata a te, che stavi condannando a morte sicura. Un cane ti ha dimostrato quanto forte e vero può essere il sentimento che lo lega a noi, restando immobile ad aspettarti, per non tradire il patto d’amore che sentiva nel suo cuore e credeva fosse anche nel tuo.

Il cane appartiene infatti ad una specie molto sociale con elevate capacità socio-cognitive e comunicative e con una predisposizione a formare legami sociali forti e durevoli con l’uomo (Millott, 1994; Topal et al., 1998).

Salvatore ti ha chiamato Bimbo perché i tuoi occhi sono disperati come quelli di un figlio abbandonato, di un amore tradito, di una vita devastata.

Il legame uomo-cane è molto simile al legame che si instaura tra genitore e figlio, soprattutto nella sfera dell’attaccamento. (Nella prospettiva etologica l’attaccamento è stato definito come un particolare tipo di legame affettivo, durevole nel tempo, che una persona o un animale forma fra sé ed un altro specifico individuo nel corso della vita – Ainsworth e Bell, 1970; Cohen, 1974).

I risultati di una ricerca sul legame affettivo tra cane e uomo condotta dai ricercatori dell’Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano, mostrano infatti che il comportamento dei cani adulti in determinate situazioni di pericolo presenta molte somiglianze con quello descritto nelle ricerche sui bambini e i primati non umani e che i cambiamenti comportamentali osservati nel corso della procedura sperimentale rispecchiano le caratteristiche di un intenso legame affettivo. Vedi che non è “solo un cane” quello che hai abbandonato: è un essere senziente, terrorizzato come potrebbe essere tuo figlio se lo abbandonassi in mezzo ad una strada, da solo.

Ma Bimbo, con il suo coraggio e la sua tenacia, ci ha dato un altro grande insegnamento mostrando un’umanità che l’uomo sembra aver perduto, lasciata per sempre tra quei due ponti e negli occhi di quella creatura che credeva in lui.

Bimbo si trova in stallo da Salvatore, instancabile volontario che opera nella difficile realtà della Sicilia, ma aspetta una famiglia che possa amarlo per sempre. E’ adottabile in tutta Italia, quindi anche a Rieti e provincia, con severi controlli pre e post affido.

Raffaella Cuomo, volontaria

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