APPUNTI A SEI ZAMPE – Simona e Aida: “Dirti grazie è riduttivo!”

A te cara Aida,

quando sei arrivata nella mia vita, eri solo una cucciola impaziente di scoprire il mondo, piena di energia e con quella luce negli occhi che sembrava dire: “Eccomi, sono pronta per tutto.” Fin da subito hai mostrato un amore smisurato per il gioco, una predilezione speciale per i bambini, e una gioia contagiosa che trasformava ogni giornata in un’avventura.

Eri buffa, impacciata, golosissima – quante volte ti ho trovata con il muso affondato nelle merende dei miei figli o dei miei colleghi, fiera delle tue “conquiste” rubacchiate! Quante discussioni ho dovuto affrontare per colpa delle tue marachelle, eppure non riuscivo mai davvero ad arrabbiarmi. Perché dietro ogni tua marachella c’era sempre quell’anima limpida e buona che imparavo ad amare ogni giorno di più.

A soli sei mesi già calpestavi i primi sentieri del soccorso, con quella tua testardaggine dolce che ti rendeva tanto indipendente quanto incredibilmente affidabile. Ti ricordi quante volte ci siamo addentrate nei boschi, sole, con il cuore in gola e la speranza di trovare qualcuno? Ogni volta che ti liberavo dal guinzaglio e ti dicevo “cerca”, qualcosa dentro me si fermava: ti guardavo partire con quella determinazione che solo tu sai avere, e capivo che non eri solo un cane da soccorso. Eri qualcosa di più. Eri la mia compagna, la mia guida.

Sei sempre stata più avanti di me, e me lo hai dimostrato mille volte. Anche quando ho pensato che non saresti mai riuscita a stare in un contesto sociale – troppo combina guai, troppo esuberante, troppo tu – mi hai spiazzata. All’esame mi hai lasciata senza parole. Era come se stessi dicendo: “Vedi? Ti fidi di me adesso?” E da quel giorno, non ho più smesso di farlo.

Abbiamo condiviso esperienze meravigliose, affrontato momenti difficili, superato ostacoli e inciampato più volte… ma sempre insieme. E oggi, guardarti qui nella mia classe, tra i miei alunni, è come vedere un sogno che si realizza. Non sei solo la mia compagna di lavoro. Sei la mia alunna e la mia maestra. Mi insegni ogni giorno la pazienza, l’amore incondizionato, il coraggio silenzioso. Mi insegni cosa vuol dire esserci davvero, senza bisogno di parole.

Dire grazie è troppo poco, troppo semplice per contenere tutto ciò che provo. Non so se conosci davvero il significato di questa parola, ma so che ogni volta che ci guardiamo negli occhi, lo senti anche tu. In quello sguardo c’è tutto: affetto, fiducia, legame, vita. Con tutto il mio amore, Simona Mari

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