“Mi vogliono portare via Bacon”: l’accorato appello di Consuelo che chiede aiuto per il suo maialino

Categories: Attualità, Lazio

“Mi vogliono portare via Bacon, il mio maialino vietnamita domestico dopo 7 anni di convivenza”. Inizia così l’accorato appello a Tesori a quattro zampe di Consuelo di Rieti (Lazio) la quale vede a rischio la presenza del suo maialino Bacon, quattro zampe utilizzato per la Pet Therapy:

“Ho un maialino vietnamita custodito in giardino privato da oltre 7 anni. Non è un animale da reddito né da allevamento, ma un animale da compagnia con cui ho realizzato progetti concreti sperimentali di Pet Therapy, aiutando persone fragili, bambini, anziani. Ora, per una segnalazione di una nuova vicina, il Comune su richiesta della ASL mi impone di rimuoverlo con un’ordinanza assurda: o lo allontano da casa mia o devo mattonare l’intero giardino.
Però un maialino non è un oggetto: è un animale vivo, un essere senziente. Mattonare significa negargli l’accesso alla terra e al prato, privandolo del suo benessere. È una richiesta crudele e contraria alle linee guida sul benessere animale. Mi chiedo: su quale legge si basa questo obbligo?
Ecco cosa dicono le normative:
•La Legge 281/1991 tutela gli animali di affezione, definendoli “esseri senzienti” (rafforzato dal D.Lgs. 36/2021).
•Il D.Lgs. 36/2021 (entrato in vigore nel 2022) regolamenta la detenzione di animali da compagnia, e all’Allegato 1 fornisce l’elenco delle specie vietate, che non include il Sus scrofa domesticus (maiale domestico) né le sue razze, come appunto il maialino vietnamita.

Inoltre, il maialino vietnamita, in base alle linee guida ministeriali e normative regionali, viene classificato come animale da compagnia non convenzionale, in assenza di finalità alimentari o produttive.
In sostanza, nessuna legge nazionale vieta la detenzione privata di un maiale vietnamita come animale d’affezione. Oggi a distanza di anni, basandosi su una ed una sola segnalazione, il Comune vuole separarmi da un animale che fa parte della mia famiglia, violando ogni principio di rispetto del benessere animale.

Allora mi chiedo: siamo di fronte ad un’applicazione distorta delle regole? La burocrazia ignora che gli animali non sono numeri, ma parte della vita delle persone?
Dopo 7 anni di progetti educativi e terapeutici con il mio animale, separarmene per una segnalazione soggettiva appare non solo ingiusto, ma un abuso normativo!” – conclude Consuelo.

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