Gli occhi di Freccia, martoriati dal dolore

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Un cane di un’eta’ indefinita, sicuramente utilizzato per la caccia e poi lasciato al proprio destino, scorrazzava da qualche giorno alla periferia di Nuoro.

Gli abitanti del rione l’avevo notato e alcune persone lo avevano avvicinato per accarezzarlo, era dolce e coccolone. Non vorrei scrivere di quel giorno quando qualcuno ha avuto un’idea spietata: ha imbracciato un fucile da pesca e chissà perché ha sparato un arpione d’acciaio, di quelli usati e modificati dai bracconieri, contro quel povero cagnolino, trafiggendolo in pieno.

Scriverò dei due ragazzi che vedendolo barcollante mentre camminava con il corpo trafitto da parte a parte, non si sono voltati dall’altra parte, ma lo hanno subito fatto salire nella loro macchina per portarlo da chi poteva salvare la sua vita…

Voglio scrivere dell’enorme umanita’ del personale della Clinica Duemari di Oristano che ha accolto questa povera creatura in croce, delle meravigliose dottoresse che si sono subito prodigate, facendo al piccolo tutti gli esami diagnostici possibili, per riuscire a quantificare il danno creato da quella maledetta freccia.

Freccia, come il nome che è stato dato al cagnolino, perchè “se dobbiamo lottare un nome serve, eccome!”

Non vorrei dire dello scempio prodotto da questo gesto, di una malvagita’ unica, sul corpo di Freccia. Il polmone sinistro risulta essere completamente collassato perchè trapassato in pieno dall’asta d’acciaio, ha un pneumotorace e un versamento toracico a destra e sinistra. L’esofago è perforato, il fegato trapassato da parte a parte ed e’ in atto un’emoragia toracica.

La situazione è, a dir poco disperata. Voglio raccontarvi invece di quante persone hanno pregato per lui che, in prognosi riservata, si disperavano affinchè che superasse la prima notte dopo l’operazione, durante la quale è stata tolta la barra di ferro dal suo corpicino martoriato.

Voglio parlarvi della gioia delle dottoresse e del popolo del web, la mattina dopo, quando Freccia ha aperto gli occhi, decidendo di restare con noi, di continuare a lottare, di non arrendersi, nonostante il grandissimo dolore.

Voglio parlarvi dei medici della clinica Due mari specializzati in “miracoli” come quello fatto due anni fa con Palla, il cane che era stato quasi soffocato da un nastro di plastica che qualcuno gli aveva stretto al collo e che gli aveva sformato la testa, fino a farla diventare grande come un pallone. Curato con un amore indicibile, Palla è guarito e ora è felice nella sua nuova famiglia.

Voglio descrivervi la gioia di vedere questa povera creatura rialzarsi in piedi e barcollante muovere i primi passi, la determinazione, il coraggio con cui ha reagito a tanto dolore e a una cattiveria inspiegabile, e i suoi occhi , occhi immensi come laghi, pozzi di sofferenza e nel contempo di amore infinito.

I tuoi occhi che sono pieni d’amore, Freccia, nonostante tutto, il tuo credere ancora nell’essere umano sono la sconfitta piu’ grande per chi, nel suo cuore, ha solo le tenebre… Non mollare piccolo.

Raffaella Cuomo

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