I controlli pre – affido

Nel corso degli anni ho effettuato tantissimi controlli pre affido e post affido. Ogni volta che vengo contattata, di solito da volontarie che operano nei canili del Sud, dico a me stessa che non posso accettare. Questo perchè ogni volta mi sento caricata di una enorme responsabilità nei confronti di una creatura, già duramente provata dalla vita. Dalla mia impressione sugli adottanti dipenderà la vita e il futuro di un essere senziente.

Poi quando sento la storia del cane che aspetta chiuso in canile, magari dopo aver subito dei traumi, dei maltrattamenti o una vita di stenti, non posso tirarmi indietro! Il mio essere titubante ogni volta è direttamente proporzionale all’importanza di questo tipo di controllo.

Spesso e volentieri il significato del controllo pre affido viene frainteso e molte persone ritengono che si tratti di un’invasione nella loro vita privata, ritenendo esagerati alcuni limiti o requisiti imposti dai volontari o dal canile. Vediamo brevemente in cosa consiste. La richiesta di adozione di un animale prevede sempre la compilazione di un modulo nel quale chi ha in custodia l’animale sviluppa una serie di domande mirate a capire se il futuro proprietario sia adatto per il cane che vuole adottare e viceversa.

A volte parliamo di cani che manifestano problemi comportamentali e necessitano di determinate attenzioni e cure e non tutte le persone sono preparate o disponibili a sacrifici (anche economici) per il recupero psicofisico di quell’animale.

Nel modulo pre affido solitamente viene preso in considerazione l’ambiente, lo spazio a disposizione per l’animale, il tipo di famiglia, l’età, gli impegni, l’esperienza, la disponibilità economica dell’adottante. Poi c’è la parte più importante ovvero il colloquio con il volontario di zona presso l’abitazione della famiglia o della persona che richiede di adottare un amico a quattro zampe, alla presenza di tutti i componenti del nucleo familiare.

Qui entra in gioco la preparazione del volontario che, di solito, gli permette nel giro di poco tempo, con le domande giuste, di farsi un’idea su quello che potrebbe essere l’inserimento del cane in quel determinato contesto familiare.

Non è sempre facile leggere tra le righe. Quella che fa la differenza è l’empatia e il sesto senso del volontario che opera il controllo. Le anime simili si riconoscono a pelle, senza bisogno di tante parole e le cose non dette a volte sono più importanti di mille parole.

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Adottare un cane dal canile è un percorso che deve necessariamente prevedere una consapevolezza, non solo dei meccanismi di adozione ma anche della complessa valutazione sulla compatibilità dell’animale prescelto con il futuro adottante. Purtroppo mi è successo molte volte, che il colloquio non è andato bene ( per i motivi suddetti sono molto severa ) e il cane non è partito.

In tutti questi anni mi sono trovata davanti un insieme variegato di aspiranti adottanti. Dalla signora con l’accumulo compulsivo di animali, alla ragazza che vuole il cane perchè fa “figo”, alla famigliola che lo vuole “per i bambini”, ma poi lo relegherebbe sul balcone “perchè perde i peli” e a coloro che invece lo aspettano per farlo diventare parte integrante del loro vissuto quotidiano.

L’adottante deve dichiarare obbligatoriamente di essere d’accordo a microchippare, sverminare, vaccinare, sterilizzare, curare e occuparsi del benessere dell’animale che non potrà essere relegato solo in giardino o ancora peggio a catena.

Spesso i controlli pre affido non vengono effettuati, sfidando la sorte in una specie di pericolosa “roulette russa” fatta sulla vita degli animali e delle persone. Può andare bene ma può andare anche disastrosamente male. Non sempre quando va male il cane rientra in canile, spesso resta in famiglia, conducendo una vita d’inferno e stressante per tutti, oppure viene relegato da solo in giardino o a catena a guardia in qualche capannone industriale. Portare avanti l’idea “basta far uscire un cane dal canile” o “basta toglierlo dalla strada” non è un ragionamento giusto.

L’invito che rivolgo a tutti, siano associazioni, ma anche privati, anche e soprattutto in questi tempi di pandemia, è di avvalersi sempre di volontari esperti che siano in grado di valutare cani e persone per far si che ogni cane sia giusto per quella determinata famiglia.

Quello che mi resta di questi lunghi anni di controlli, sono gli occhi felici di tutti i miei ” nipotini pelosi” che dopo tante sofferenze, hanno trovato finalmente l’amore che ogni creatura meriterebbe e l’aver conosciuto adottanti meravigliosi, con la maggior parte dei quali sono ancora in contatto.

Tra tutti voglio ricordare Blasco (proveniente da un canile della Campania controllo pre affido nel 2016)

Lillo (di Rieti stallato da una volontaria, 2018) e Harley (abbandonata scheletrica nelle campagne della Sicilia e stallata da una volontaria, controllo pre affido lo scorso anno) e ringraziare le loro meravigliose famiglie che hanno reso possibile la loro rinascita , regalando la vita a queste meravigliose creature!

Non comprate l’amore, adottate dai canili!

Raffaella Cuomo, volontaria

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