Come gli animali ci modificano l’umore e viceversa

Ormai è risaputo: gli animali provano emozioni. Non solo, gli animali scatenano in noi emozioni. Già Darwin nel libro “L’ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI NELL’UOMO E NEGLI ANIMALI” del 1872 si interrogava sulle emozioni. Ma cosa sono le emozioni?

Le emozioni sono un prodotto dell’evoluzione per la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente. Preparano all’azione e costituiscono la prima risposta all’ambiente. Quelle primarie sono innate e condivise con altre specie animali (mammiferi, uccelli, ecc.): gioia, tristezza, disgusto, paura, rabbia.

Il cartone della Pixar “inside out” rende chiaro come si sviluppano nel nostro cervello tali emozioni e come queste coinvolgano la psiche e il fisico! Basti pensare che provando sempre emozioni negative, anche il nostro corpo ne risentirà e svilupperà per esempio ulcere gastriche: in psichiatria si parla di PNEI Psico-Neuro, Endocrino-Immunologia.

Il cane è una fonte di emozione per il proprietario, avere accanto a sè un cane o un gatto ha un effetto benefico per noi, aumenta le endorfine in circolo e la serotonina e ci sentiamo meglio! Non a caso gli animali ci aiutano negli interventi assistiti durante i percorsi di pet-therapy. Inoltre le emozioni a loro volta suscitano negli altri emozioni attraverso un processo dinamico che può basarsi su:

CONTAGIO EMOTIVO: tendenza a sintonizzare le espressioni emotive/mimica motoria a quelle degli altri
COMPLEMENTARIETA’ EMOTIVA: a una determinata emozione nel cane (es. paura) si contrappone un’emozione diversa e complementare nel proprietario (es. rabbia). Riflettiamo.

Quante volte tornando a casa e trovando il divano distrutto o le sedie mangiucchiate sale in noi l’emozione rabbia? E se l’emozione che ha indotto il cane a distruggere il mobilio fosse la paura di rimanere da solo, che emozione genererà in lui la nostra rabbia? Oppure, quante volte da bambini ci siamo ritrovati in lacrime per un capriccio e il nostro cane ci è venuto vicino accucciandosi accanto a noi, rispettando il nostro dolore senza invaderlo, ma rimanendo lì, come a dire: io ci sono, ho capito che stai male, mi metto qui se avessi bisogno di me!

Questa capacità del cane di sentire le nostre emozioni si chiama empatia: Capacità di porsi nella situazione di un altro soggetto, o più esattamente, contagio emotivo. La capacità di empatia si basa su una serie di meccanismi di risonanza interna che permettono di ripetere mentalmente gli aspetti emozionali, percettivi e motori di un individuo, che viene osservato. Tutto ciò è reso possibile dalla presenza di neuroni definiti a specchio.

Alla luce di quanto detto non possiamo ignorare, per esempio, un cane che ha paura. Mancheremmo di empatia! Quindi ignorare un cane che presenta una fobia per i fuochi d’artificio è un grave errore! Mancherebbe la base di una corretta relazione interspecifica: la comprensione del diverso è una ricchezza.

Ogni proprietario dovrebbe sapere che per avere un cane ben integrato si deve avere un cane felice di starci accanto, che abbia dato il consenso alla relazione, che abbia fiducia di noi perché gli abbiamo dimostrato che siamo sicuri nella gestione delle risorse e siamo consapevoli dei suoi bisogni, siamo in poche parole dei leader autorevoli.

Cristiana Matteocci, medico veterinario comportamentalista

 

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